DE ANGELIS GARDEL

Khloe

KHLOE
2019, Bronzo e acciaio, 48x56x35cm

Kikilia

KIKILIA
2018, Bronzo e acciaio sabbiato, 60x58x55cm

Kyriake

KYRIAKE
2018, Bronzo e marmo nero del Belgio, 65x38x28cm

Theodosia

THEODOSIA
2019, Bronzo, acciaio e marmo nero del Belgio, 57x35x25cm

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DE ANGELIS GARDEL

Susanna De Angelis Gardel

Susanna De Angelis Gardel è una artista italiana, nata a Roma. Compie i suoi studi umanistici a Milano, dove si laurea in Lingue e letterature straniere moderne.
Dal 1982 risiede in Svizzera, a Lugano, dove inizia la carriera artistica figurativa, da autodidatta, nel 2006.
Realizza la prima mostra personale nello spazio espositivo dell’ex Banca della Svizzera Italiana, a Lugano, nel 2012, intitolata “ Creatures ”. Seguono poi varie mostre, sia personali che collettive, una delle quali presso la sede di Sotheby’s a Milano.
Apre il suo studio personale nel maggio 2015, a Lugano, dove presenta il suo secondo ciclo pittorico, “ Creatures 2 ”, frutto dello studio e del lavoro dei tre anni precedenti.
Si iscrive e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera nel 2016 e dal 2017 si dedica principalmente alla scultura.
Nel 2019 presenta il suo primo grande ciclo dedicato alla scultura, “ Karékla, una sedia per l’anima ”.

Susanna nelle sue opere utilizza materiali diversi, come per esempio il bronzo, l’acciaio e il marmo nero del Belgio. Le sue sculture rappresentano delle teste dalle quali fuoriescono delle sedie, tutte disordinate e intrecciate tra di loro. Quello che l’artista vuole rappresentare sono i turbinii dei nostri pensieri che molto spesso anche involontariamente popolano il nostro inconscio, mettendoci pressioni. Questi sono rappresentati, “personificati” dalle sedie, che incarnano l’idea dello stare fermi, del fermarsi. Infatti l’aspirazione di ognuno è proprio quella di cercare di tenere a bada questi pensieri e riordinarli.
Secondo l’artista le sedie “piene” rappresentano i pensieri ancora carichi di energia, mentre le sedie vuote sono quelli la cui energia si è dissolta, quelli che in qualche modo siamo riusciti a domare o risolvere.
I volti delle sculture appaiono come antichi reperti, senza espressione, quasi astratti, così come i titoli sono tutti in greco. Tutto questo evoca l’idea di un’arte universale e senza tempo.

“Il piacere di toccare la materia e sentire nelle mie mani il potere di plasmarla mi dava una sensazione straordinaria.”